Estratto dal libro "Antiche botteghe di Lucca" di Guglielmo Lera:
"Diplomato in disegno alla scuola domenicale del prof. Baccelli di piazza Grande, Vittorio Padreddii iniziò la sua attività come falegname.
Un giorno, mentre stava lavorando, gli fu chiesto dal carrozziere Cerri se si sentiva in grado di disegnare la scocca di una "501".
Il lavoro riuscì e in seguito carrozzò altre automobili, tra cui quella del conte Trombi che uno scoccaro torinese aveva sbagliato.
Per le sue capacità fu assunto dai fratelli Gaddini;
entrato poi in società con un certo Ginesi, aprì una carrozzeria sul Giannotti dietro il palazzo Bertolli.
Nel 1933 i due soci si divisero e Padreddii diede vita a una nuova officina nei pressi della Stazione dove si specializzò, coadiuvato da sessanta operai, in telai per auto e camion.
Durante la guerra il capannone fu bombardato e la carrozzeria fu trasferita nella piccola chiesa di piazza S.Martino dove i tedeschi tenevano il fieno per i cavalli.
In tale periodo, dato che la lamiera era introvabile, i parafanghi venivano costruiti con la latta dei fusti di benzina.
A guerra finita il capannone della Stazione fu riparato, ma nel giro di pochi mesi la lavorazione fu definitivamente trasferita nel nuovo locale di via Pisana. "